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La devozione per San Costantino è molto sentita in Sardegna, tanto da essere definita " la sagra del popolo sardo". La festa, che ha origini molto antiche, si svolge tutti gli anni dal 5 al 7 Luglio. Fedeli e pellegrini arrivano, a decine di migliaia, da tutti i centri dell'isola. Diversi scrittori e storici hanno descritto questa festa come segno di devozione al Santo e non solo per l'Ardia. Nel secolo XVII, Agostino TOLA sosteneva che la profonda devozione che i Sardi hanno per San Costantino può definirsi "nazionalistica". Molto importante, come documento d'epoca è anche lo scritto che Padre Manzella fece al suo Vescovo nel 1920, che testimoniava le manifestazioni di Fede semplice e forte dei pellegrini che giungevano al Santuario di Sedilo da tutte le parti della Sardegna. Anche il Canonico Damiano Filia, dopo il suo viaggio a Sedilo nel 1913 descrive i pellegrini che vi giungono ogni anno, sotto la sferza del sole, con un fardello di affanni, di dolore, di melanconia, ma anche con il cuore pieno di speranza nella grazia e nel miracolo, o per sciogliere una promessa giurata nella preghiera. Don Giovanni Antonio Mura, sacerdote e scrittore di Bono, nel suo libro "La tanca fiorita" racconta del pellegrinaggio dei suoi compaesani. La lettura di questo romanzo prima, e quella di un fatto di cronaca risalente al 1933 hanno suscitato in me l'interesse di saperne di più su questo pellegrinaggio da Bono a Sedilo. Da poco meno di un secolo, tutti gli anni il 4 Luglio parte da Bono un folto gruppo di pellegrini che, sfidando il caldo torrido del periodo forse più caldo dell'estate sarda, si dirige verso il Santuario di San Costantino a Sedilo, percorrendo a piedi, in circa 12/14 ore la distanza fra i due paesi che è di circa 40 Chilometri. Questo pellegrinaggio trae origine da un voto fatto da Pietro Manca durante la Prima Guerra Mondiale che, in una notte di terribili bombardamenti nella sua trincea, dove erano morti tantissimi suoi conterranei, fece voto a San Costantino che se fosse sopravvissuto alla Guerra sarebbe andato tutti gli anni in pellegrinaggio al santuario di Sedilo per ringraziarlo della Grazia ricevuta. Altri raccontano che nel 1918 a Bono vi fu un omicidio, del quale vennero indagate 17 persone, e tra esse Pietro Manca, reduce dalla Prima Guerra Mondiale che si dimostrò innocente e che vide in sogno San Costantino che gli disse che lo aspettava al Santuario a Sedilo. Il raduno dei pellegrini avviene intorno alle 14.00, nel piazzale antistante il cimitero; qui la Signora Pietrina Manca, ultimogenita di Pietro Manca, noto "Pedrigheddu" si inginocchia davanti al cancello del cimitero e recita una preghiera prima di mettersi in cammino, imitata a turno da tutti i partecipanti. Inizia quindi la prima parte del percorso fino al bivio per Burgos, dove la Signora Teresa offre il rinfresco a tutti i pellegrini, seguendo la tradizione della madre che faceva lo stesso fino alla sua scomparsa. Il cammino prosegue quindi lungo sentieri di campagna fino alla Cantoniera del Tirso prima di arrivare alla località di Bardosu, vicino ad Ottana, dove ci si ferma per una frugale cena nella tenuta del Signor Giuseppe Longu che da sempre è ben felice di ospitare i viandanti. A Bardosu ci si incontra con i pellegrini provenienti da Bolotana e ci si incammina, di notte lungo la piana del Tirso sino a Noragugume, per poi arrivare finalmente a Sedilo ed al santuario di San Costantino, dove il pellegrinaggio ha termine. I pellegrini trovano alloggio presso "sas cumbessidas" ad essi riservate. Durante il percorso c'è chi prega, chi canta, chi racconta le motivazioni che hanno indotto ad intraprendere il pellegrinaggio... chi per Fede, chi per ringraziare.. Ho conosciuto una Signora che mi ha detto che da dieci anni partecipa al pellegrinaggio.. un anno va per chiedere la Grazia, e l'anno successivo per ringraziare San Costantino. Alcune Signore anziane raccontavano come anticamente c'era chi percorreva il tragitto in silenzio, con i capelli sciolti in segno di penitenza ed umiltà. Altre che percorrevano l'ultimo tratto in ginocchio ..