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S. Gastaldon, "MUSICA PROIBITA" LUCIO LUPOLI, tenore (Home Studio Recording, 27 ottobre 2024) La romanza “MUSICA PROIBITA” fu composta nel 1881 da un ventenne musicista torinese, Stanislao Gastaldon, che grazie ad essa acquisì immediata e duratura notorietà. L'io narrante del testo originale – firmato dallo stesso Gastaldon con lo pseudonimo di Flick-Flock - è quello di una fanciulla desiderosa di ripetere il ritornello di una canzone d'amore che un “bel garzone” le dedica ogni sera, da sotto il balcone. Ciò le viene proibito dalla madre, ma la fanciulla approfitta della sua assenza ed intona l'aria. La romanza, sebbene dunque idealmente scritta per voce femminile, viene eseguita (più) spesso da tenori, talvolta con qualche lieve intervento di adattamento del testo in funzione dell’interpretazione maschile (come nell’esecuzione proposta nel video). Martino Stanislao Luigi Gastaldon (1861 – 1939) studiò musica con il compositore torinese Antonio Creonti e con Torquato Meliani, organista presso il Duomo di Firenze, oltre a frequentare i corsi di letteratura all'Università di Firenze, iniziando a comporre romanze all'età di 17 anni. Nel 1888, quando l'editore Sonzogno bandì un concorso per opere in un atto, Gastaldon decise in un primo momento di parteciparvi con “Mala Pasqua!”, ricavata dalla novella (e poi pièce teatrale) di Giovanni Verga “Cavalleria rusticana”, per poi ritirare il suo lavoro allorché un altro giovane compositore, Pietro Mascagni, si iscrisse al concorso stesso con la sua “Cavalleria rusticana”, anch'essa basata sul soggetto di Verga. Gastaldon aveva infatti ricevuto dalla rivale di Sonzogno, la casa musicale Ricordi, l’offerta di pubblicare e rappresentare al Teatro Costanzi di Roma la sua opera “Mala Pasqua!”, che, ampliata e sviluppata in tre atti, debuttò il 9 aprile 1890 con modesto successo. Com’è noto, l'opera di Mascagni alla fine vinse il concorso e, poco più di un mese dopo, venne rappresentata nello stesso teatro con enorme successo, eclissando completamente quella di Gastaldon. Il quale tuttavia continuò a scrivere nel corso degli anni, producendo due opere in un atto, “Pater” (1894) e “Stellina” (1905), e un'opera comica in tre atti, “Il reuccio di Caprilana” (1915), quasi subito uscite dal repertorio e dimenticate. Stabilitosi in seguito a Firenze, Gastaldon, oltre a comporre, fu maestro di canto, critico musicale e, negli ultimi anni di vita, anche mercante d'arte.