У нас вы можете посмотреть бесплатно I Corni di Canzo e la Val Ravella или скачать в максимальном доступном качестве, которое было загружено на ютуб. Для скачивания выберите вариант из формы ниже:
Если кнопки скачивания не
загрузились
НАЖМИТЕ ЗДЕСЬ или обновите страницу
Если возникают проблемы со скачиванием, пожалуйста напишите в поддержку по адресу внизу
страницы.
Спасибо за использование сервиса savevideohd.ru
“Una curiosa leggenda attribuisce la nascita dei Corni di Canzo ad un epica lotta fra arcangeli e diavoli. Il diavolo non riuscì a reprimere un colossale starnuto, così potente che la sua testa andò a conficcarsi a terra e le sue enormi corna si staccarono di netto dalla fronte, dando così origine alle nostre montagne…” Ogni leggenda si sa, ha in sé qualcosa di vero e vera è certamente la bellezza maestosa e un poi inquietante dei dirupi rocciosi dei Corni di Canzo, che fanno da contraltare alle Grigne, sull’opposta sponda del ramo lecchese del Lago di Como. Proprio come le Grigne, i Corni sono da oltre un secolo la “palestra” degli alpinisti lariani. Le loro rocce hanno visto il passaggio dei pionieri, dei protagonisti dell’epoca del VI grado, degli specialisti dell’artificiale e poi dei nuovi alfieri dell’arrampicata libera e di quella sportiva. Centinaia sono le vie ospitate sulle loro pareti… eppure c’è ancora spazio per nuove aperture ed esplorazioni! Negli scorsi anni il Ragno Adriano “Franz” Carnati è tornato a visitare questi luoghi che lo avevano visto in azione come giovane climber negli anni 80. Questa volta l’intento è stato quello di scovare, tra le pieghe della roccia, una qualche linea nuova o dimenticata che potesse stimolare un po’ la fantasia e l’appetito dei nuovi e giovanissimi arrampicatori emergenti. Dalla sua esperienza e dal suo lavoro sono nati alcuni difficili e spettacolari tiri che Stefano Carnati (figlio di Franz), Luca Schiera e Luca Passini ripercorrono nel video realizzato da Michele Caminati: un invito a scoprire la bellezza selvaggia di questo angolo del territorio lecchese e un inno all’arte della ricerca e della creazione di nuove vie. Perché, come dice Franz: “Ogni linea ha un significato: è unica, ha un’anima, una storia e va ad arricchire il patrimonio creato da alpinisti e scalatori qui sul nostro territorio”.