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Entro quale età è importante smettere di fumare? La parola all'esperto - Ugo Pastorino 8 лет назад


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Entro quale età è importante smettere di fumare? La parola all'esperto - Ugo Pastorino

Nel nostro Paese ci sono 10,3 milioni di fumatori (6,2 mln uomini e 4,1 mln donne) e ogni anno si registrano 41mila casi di tumore al polmone e 32mila decessi. Numeri che fanno del tumore al polmone la prima causa di morte per cancro in Italia. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità il fumo di sigaretta è la più importante causa di morte evitabile nella nostra società: ogni anno nel mondo a causa del tabacco perdono la vita circa 8 milioni di persone, delle quali 1,2 milioni non fumatrici, ammalate solo a causa del fumo passivo. Secondo il Ministero della Salute, le vittime della sigaretta in Italia ogni anno sono circa 65.000. Il dato, seppure ancora molto alto, sembra in calo, grazie alla riduzione costante del numero di sigarette vendute nel nostro Paese, scese nel 2013 del 20 per cento rispetto al 2005 e di un ulteriore 2 per cento nel solo 2015-2016. Secondo l'Istituto superiore di sanità il fenomeno non sembra legato alla crisi economica. È piuttosto dovuto in parte a un diverso clima culturale, che non valorizza più il fumo come atteggiamento "alla moda", e in parte a una maggiore consapevolezza dei rischi e degli svantaggi che il fumo comporta. Ma molto dipende certamente anche dai provvedimenti che, in Italia prima che altrove, hanno proibito le sigarette nei luoghi pubblici e sui posti di lavoro. Ancora oggi tuttavia l'Istituto superiore di sanità stima che il fumo di tabacco sia responsabile di un terzo delle morti per cancro e del 15 per cento circa di tutti i decessi che avvengono per qualunque causa, provocando più vittime di alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. Molti studi scientifici hanno infatti dimostrato che chi fuma tabacco rischia più degli altri di sviluppare oltre 50 gravi malattie, non solo tumorali: il fumo aumenta di 10 volte il rischio di morire di enfisema, raddoppia quello di avere un ictus e aumenta da due a quattro volte quello di essere colpiti da un infarto, danneggia la circolazione del sangue al cervello e agli arti e può favorire la comparsa di una disfunzione erettile nell'uomo. In generale, secondo l'OMS, il tabacco uccide metà dei suoi consumatori. Le sostanze cancerogene contenute nel fumo favoriscono poi lo sviluppo di tumori al polmone, che in 9 casi su 10 possono essere ricondotti a questa cattiva abitudine; ma stimolano anche in diversa misura i tumori del cavo orale e della gola, del pancreas, del colon, della vescica, del rene, dell'esofago, del seno, soprattutto tra le donne più giovani, e di alcune leucemie. Infine non bisogna trascurare l'impatto economico del fumo: per curarne le conseguenze, nel 2010 in Italia sono stati spesi (solo in costi sanitari, per non parlare di quelli sociali e umani) circa 7,5 miliardi di euro. Anche per chi ha già un tumore vale la pena smettere di fumare. Diversi studi hanno dimostrato che la rinuncia alla sigaretta migliora l'andamento della malattia: un'analisi condotta da ricercatori dell'Università di Birmingham su altre 10 ricerche e pubblicata sul British Medical Journal dimostra, in particolare, che le persone a cui viene diagnosticato un cancro al polmone in fase iniziale, possono raddoppiare le loro chance di sopravvivenza smettendo subito di fumare. Altre ricerche hanno assodato che il fumo può ridurre la risposta alla chemio e alla radioterapia, ostacolare la guarigione delle ferite chirurgiche e aumentare il rischio di infezioni, soprattutto broncopolmonari, che possono essere molto pericolose in un organismo debilitato dalla malattia o in cui le difese immunitarie sono depresse dalle cure. Infine, continuando a fumare, si alimenta il rischio che, una volta guariti dalla malattia, questa si ripresenti, oppure che si sviluppi un secondo tumore.

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