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Le turbine della vecchia centrale abbandonata - Scopriamo la storia curiosa dell'impianto 1 год назад


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Le turbine della vecchia centrale abbandonata - Scopriamo la storia curiosa dell'impianto

Un vecchio impianto idroelettrico tra le montagne è protagonista della nostra esplorazione odierna. Ed è un impianto dalla una lunga storia, per certi versi curiosa: nacque quasi per una scommessa sull'affidabilità di una tesi di laurea avente come tema proprio la costruzione di una centrale idroelettrica in val Resia. La tesi venne preparata dal figlio dell'ing. Grondona, un noto industriale milanese impegnato in attività boschive in val Resia, ma ricevette subito aspre critiche da parte del suo correlatore, secondo il quale era affetta da gravi lacune circa lo studio del bacino imbrifero e il dimensionamento della vasca con relativa condotta, volendo muovere i 3 gruppi da 400 CV previsti. A quel punto, il padre contestò le critiche del correlatore e, forte della sua posizione economica facoltosa, decise di finanziare il progetto, riuscendo ad ottenere i permessi e realizzando poi la centrale, per dimostrare la bontà degli studi di suo figlio. I lavori iniziarono all'inizio del 1900, non senza difficoltà, visto il numero di manufatti da realizzare tutti a mano su terreni impervi e con il solo ausilio della trazione animale. Oltre alle strade di accesso ai cantieri, vennero costruite le opere di presa sul torrente Barman, due ponti-tubo, un canale di 2 km, il bacino di carico con relativa condotta forzata di 400 metri, e naturalmente la centrale. Nel 1911 i lavori erano giunti al termine, e le opere vennero finalmente inaugurate. Per la gestione del nuovo impianto idroelettrico, nel 1906 venne creata la Società Elettrica del Barman, confluita dal 1924 nella Società Friulana di Elettricità, e poi nella SADE, per terminare la sua vita operativa con l'ENEL, che la rilevò nel 1951. La presa sul torrente si trova poco sotto il borgo di Lischiazze, a 482 metri di quota, è utilizzata ancora oggi per alimentare la nuova centrale. Da qui un tempo l'acqua veniva immessa del canale derivatore in muratura, di cui rimangono solo pochi resti, il quale confluiva nella grande vasca di carico da 5000 metri cubi. Una condotta forzata da 900 mm e 400 metri di lunghezza portava l'acqua alla centrale. Questa aveva una superficie di circa 300 metri quadrati ed era dotata di alloggio per il personale al piano sopraelevato. Abbandonato da quasi 40 anni, l'edificio oggi si presenta in condizioni fatiscenti, specie per quanto riguarda il tetto e i solai dell'ex alloggio. Dalla zona abitabile si accedeva direttamente all'officina delle macchine, dove ci sono ancora le 2 turbine RIVA da 400 CV costruite nel 1910. Fortunatamente, pur presentando inevitabilmente i segni del tempo e di qualche atto vandalico, la sala macchine e le attrezzature sono ancora in buono stato, e ciò consente di esaminare nel dettaglio le vecchie parti elettromeccaniche, ammirando la precisione e la cura con cui sono state costruite all'inizio del secolo scorso. Le 2 turbine Francis sfruttavano un salto utile di 105 m per muovere a 1000 giri al minuto i 2 alternatori Tecnomasio Brown Boveri ai quali erano accoppiate. Il progetto iniziale prevedeva un terzo gruppo che non è mai stato installato. Davanti alle macchine si nota il grande quadro di manovra, composto da 4 lastre di marmo sulle quali erano montati tutti i dispositivi di comando e gli strumenti di misura, questi ultimi in gran parte mancanti. Questa centrale con i 2 gruppi in parallelo generava una potenza di quasi 700 kW, sufficienti per il fabbisogno delle industrie presenti nella valle all'inizio del secolo scorso. Alla fine degli anni '70, visti i gravi danni dovuti al sisma e considerate del tutto anti-economiche le eventuali riparazioni, l'impianto è stato definitivamente abbandonato, e rimane in attesa di essere recuperato e valorizzato in quanto un manufatto di archeologia industriale di interesse storico. Dal 2008 l'acqua del rio Barman è tornata ad essere sfruttata per produrre energia mediante un nuovo impianto, che utilizza però la storica presa sul torrente risalente al secolo scorso. Da qui l'acqua è convogliata in una condotta che passa sotto la strada ed è poi utilizzata per muovere 2 turbine Pelton e Francis della nuova centrale, generando una potenza di 1250 kW, ovvero quasi il doppio del vecchio impianto.

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