У нас вы можете посмотреть бесплатно La terribile bellezza delle latomie di Siracusa, le cave più famose (e temute) dell'antichità. или скачать в максимальном доступном качестве, которое было загружено на ютуб. Для скачивания выберите вариант из формы ниже:
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Latomie di Siracusa, la fonte per il materiale da costruzione di una delle città più famose del Mediterraneo. Quasi 5 milioni di metri cubi di calcare estratto, con cui si eressero templi, giganteschi edifici pubblici, fortificazioni… La grande città dei Greci d’Occidente divorava pietra per mostrare la sua potenza. È soprattutto la Neápolis, il quartiere nuovo e attiguo, che, fin dall’inizio del V secolo a.C. vede aprirsi, una dopo l’altra, queste cave, una dozzina, che estraevano materiale sotto la grande terrazza calcarea che si sviluppa per un chilometro e mezzo, penetrando sempre più in profondità, lasciando enormi voragini, grotte artificiali. In mezzo ai bordi tagliati di netto, in cui a volte riconosciamo gli antichi colpi di piccone, restavano solo delle colonne calcaree, a volte molto sottili, a reggere gli strati della roccia soprastante. Dei torsoli litici, praticamente. Ora ci lasciano attoniti per la grandiosità, la loro bellezza, immerse in una valle lussureggiante di aranci, di limoni, di un verde intenso che contrasta con il calcare. Anche gli antichi ne erano colpiti per gli stessi motivi. Ma lasciano anche una cupa sensazione, a volte di pietà, per quei prigionieri cartaginesi catturati dal tiranno Gelone, dopo la battaglia di Imera. O di quei 7.000 ateniesi prigionieri dei siracusani, sconfitti nel 413 a.C. Un luogo di sofferenza, una prigione senza scampo. Questa è la grotta dei Cordari, finalmente riaperta da qualche anno dopo decenni, chiusa per motivi di sicurezza. Qui d’altronde filtra l’acqua, che era utile proprio a quei fabbricanti di corde che qui le intrecciarono per alcuni secoli, anche a Novecento inoltrato. E poi abitazioni, rifugio di pastori, luoghi ai margini ma in simbiosi con la città stessa.