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E’ curioso che proprio il nome legato al re dei vampiri possa presto trasformarsi in un portatore di linfa vitale (leggi economia e turismo) per Acerenza e il resto della Basilicata. Perlomeno, è ciò che si augura la famiglia Glinni, originaria del comune lucano, che da una quindicina di giorni ospita nel proprio palazzo un museo dedicato al Dracula storico, ovvero Vlad Tepes, “L’Impalatore”. La vicenda in cui si snoda il legame tra il voivoda della Valacchia e la città acheruntina, così come ricostruita dai Glinni (e da altri studiosi), è sicuramente accattivante e dall’indubbio potenziale. Noi ce la siamo fatta spiegare da Carlo Francesco Glinni, d - Avvocato non tutti hanno un palazzo nobiliare, nel proprio paese di origine, in questo caso Acerenza. Il palazzo Glinni, alcuni giorni fa, è stato riaperto al pubblico dopo molto tempo, con una novità al suo interno: il museo di Dracula. Potrebbe trattarsi di una nuova risorsa per il turismo lucano, ma partiamo dal suo, di lignaggio. r - La mia famiglia ha origini irlandesi, e infatti “Glinni” non è il vero cognome, Quello originario sarebbe “O’ Connor”. d - Su Dracula torniamo tra un attimo. Cosa significa, in Basilicata, avere alle spalle un cognome e un casato così importante? Si è avvantaggiati nella vita? r - No, nella maniera più assoluta. Io sono un avvocato, che circa venticinque anni fa ha creato uno studio associato, e non ho mai ricevuto alcunché. d - Però queste sono anche responsabilità. r - Sì, lo sono, anzi, per me è quasi un pegno rimanere una persona leale e onesta al pari dei miei avi. E nella società di oggi, essere una persona perbene, è un compito gravoso. d - Veniamo al museo di Dracula, da poco allestito nel suo palazzo. Era pure lui una persona perbene? r - Bisogna distinguere la figura storica di Vlad Tepes, dal personaggio fittizio creato da Bram Stoker. Quest’ultimo scrisse un romanzo, raccontando di questo succhia-sangue... d - A cui “appioppò”, sostanzialmente, il nome con cui era conosciuto Vlad Tepes. r - Esatto, ma Vlad Tepes era in realtà tutt’altro, un difensore della Cristianità, un Cavaliere del Drago (da cui, per tutta una serie di passaggi, deriva il nome “Dracula” - ndr), né più, né meno che un prosecutore dei Cavalieri Templari. Difendeva il mondo cristiano dagli Ottomani, dai Turchi, dagli Arabi...un po’ come avviene oggi: d - Però Vlad li impalava, eh, non a caso lo chiamavano “Vlad l’Impalatore”. r - Guardi, io che ho studio a Bucarest ho assistito a un convegno che verteva proprio su questo tema, e dal quale è emerso, è stato accertato, che è impossibile che Vlad Tepes abbia impalato quel numero di Turchi che gli hanno attribuito. d - Si parla di migliaia e migliaia. r - Centinaia, di migliaia. In realtà, potrebbe essere che ne abbia impalato soltanto qualcuno, onde spaventare tutti gli altri e farli desistere dal proseguire la guerra. d - In Romania “Dracula” è un eroe nazionale, anzi, so che il romanzo, invece, viene visto con molta antipatia. r - Si, pensi che quando è stata deposta la lapide di Vlad Tepes di fronte la cattedrale di Acerenza, un prete ortodosso recitò delle preghiere in cui c’era il suo nome. Non solo un eroe, quindi, ma un vero e proprio santo. d - Benissimo, arriviamo, finalmente, alla domanda da un milione di dollari: cosa c’entra “Dracula” con Acerenza? Perché un museo proprio lì? r - Perché ad Acerenza è seppellita la figlia di Vlad Tepes, Maria Balsa...Proprio perché era la figlia di Vlad Tepes (morto in battaglia), fu adottata da Ferdinando II di Napoli, e portata lì nientemeno che da Skanderberg. Se fosse stata una semplice orfana rumena, non avrebbe avuto tutti quegli onori. Successivamente, lei venne data in sposa a una delle persone più ricche di Napoli, il conte Ferrillo, duca di Muro Lucano e signore di Acerenza. Ne consegue che era sicuramente la figlia di Tepes. d - Ora che avete fatto questo primo allestimento... r -...un primo allestimento, grazie alle donazioni arrivate dalla Romania, con un busto identico a quello di Santa Maria La Nova (una sorta di riconoscimento formale). d - Che sarà propriamente storico, o magari si richiamerà anche alla figura del Conte Dracula, il vampiro letterario e cinematografico? r - Pensiamo di fare entrambe le cose: raccontare la vera storia di Vlad Tepes da un lato, e dall’altro l’aspetto più ludico dedicato al personaggio di Dracula. d - E la politica, dal canto suo, l’ha capita questa iniziativa? Io ero presente all’inaugurazione, ma non mi pare di aver visto il sindaco. r - In realtà abbiamo avuto il patrocinio della Regione e dell’Apt. d - E’ questa la vera “emorragia”? r - (ride). Esatto! Fra qualche anno non avremo più abitanti. d - Quindi Dracula dovrebbe essere portatore di linfa e non il contrario. r - E’ il personaggio più cliccato del web. d - Avvocato, esistono i vampiri in Basilicata? r - Esistono, ma non sono quelli di Stoker.