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"Non la solita intervista" Sanremo Edition - Levante

“Vivere o sopravvivere”, cantava Vasco. Ci sono dei momenti nella vita in cui non si conosce la direzione che si sta prendendo. Non si sa cosa ne sarà del domani, non si hanno gli strumenti per affrontare un preciso momento. Ci si sente inadeguati, forse, o si ha paura. Questi sentimenti sono umani ma non sempre riescono a essere percepiti e addirittura raccontati. Ci vuole coraggio, ci vuole onestà e ci vuole bravura. Tutte queste cose appartengono a Levante, al secolo Claudia Lagona, con il cuore e la vita divisa per larga parte tra Caltagirone e Torino. L’abbiamo incontrata nel marasma sanremese in una casa stupenda issata sopra la città dei fiori. Con uno sguardo dalle vetrate si scorgevano i raggi del sole e il mare di Sanremo. Un senso di pace e tranquillità che era possibile percepire anche nel suo sorriso e nel suo volto, diverso da quando ha deciso di abbandonare i suoi capelli scuri per abbracciare il biondo platino. È una nuova Levante? No, è una Levante che è cresciuta e nel mezzo ha vissuto una gravidanza e la nascita di sua figlia Alma Futura. Una donna che fin da quando è partita nel 2013, facendosi conoscere con il claim generazionale “che vita di mer*a” in “Alfonso”, nei successivi dischi ci ha messo tutta sé stessa. Il dolore, gli affetti più cari, le ingiustizie, i messaggi sociali. Lo ha fatto con una ricerca musicale mai banale, con una voce potente come pochi altri interpreti, e con la sincerità di una penna che ha trovato nella musica una valvola di sfogo e un modo per ricercare la salvezza. Con “Vivo”, classificatasi 23esima al Festival, racconta un anno esatto da quando è nata sua figlia. Un evento così bello, ma anche così difficile per una neomamma, alle prese con tutte le emozioni e le difficoltà del periodo post-parto. Un discorso che in Italia è ancora poco affrontato ma che invece lei ha avuto il coraggio di raccontare sul palco dell’Ariston. Il 17 febbraio uscirà il suo nuovo album “Opera futura”, che la proietta in una nuova fase della sua carriera. Più consapevole e più libera, ma sempre con la schiettezza che l’ha contraddistinta in tutto il suo percorso, che di questi tempi non è mai facile trovare.