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FRANCESCA TARANTELLO "Competiamo in due ma siamo un tutt’uno, la mia guida e io. Lei è i’miei occhi’ e mi guida al meglio durante i percorsi. Tra noi si sta creando un legame molto forte che va al di là della competizione: feeling e fiducia reciproca sono fondamentali per ottenere risultati importanti". Ipovedente dalla nascita, Francesca ha imparato subito a reagire e a non considerare la disabilità un limite. Al triathlon ha cominciato a dedicarsi, e appassionarsi, due anni e mezzo fa. Oggi è il fulcro delle sue giornate. "Per gareggiare ho bisogno di ‘un aiuto’ per evitare di mettere in pericolo me e gli altri gareggiando da sola, per questo dall’inizio alla fine della mia competizione sono con Silvia : ‘la mia guida’" . Del suo sport la frazione che preferisce è il nuoto. Un portafortuna in valigia lo metterà senz'altro: "E' un pupazzo di bradipo, me l'ha regalato il mio ragazzo e finora ha portato fortuna in gara". Ha un solo timore, ai Giochi di Parigi, "che sia confermata come sede di gara la Senna, per la frazione a nuoto: perché le acque non sono ancora pulite, né balneabili, sono inquinate e piene di infezioni. Nonostante questo assicura: "Ci metteremo anima e cuore, come sempre quando gareggiamo e sono sicura che sarà una esperienza indimenticabile". SILVIA VISAGGI "Sono una ragazza a cui piacciono le sfide e a cui piace rimettersi in gioco e provare emozioni sempre diverse dalle precedenti. Quando mi è stato proposto di svolgere il ruolo di guida non ho avuto dubbi, ho accettato con grande entusiasmo". L'affiatamento con Francesca è stato immediato: le due atlete si completano alla perfezione, l'una tranquillizza e motiva l'altra. "Per me essere una guida è un grande motivo di orgoglio e arricchimento personale. Non è assolutamente un sacrificio, ma è un onore poter aiutare qualcuno a raggiungere il proprio sogno, che automaticamente si trasforma nel nostro sogno". Le gare di triathlon dove riesco a esprimermi al meglio sono sulla distanza sprint e sulla distanza dell’olimpico.