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Emanuele Severino: La filosofia futura, Il divenire e la civiltà occidentale, L'uomo e la verità 1 год назад


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Emanuele Severino: La filosofia futura, Il divenire e la civiltà occidentale, L'uomo e la verità

http://gabrielemartufi.altervista.org © Emanuele Severino / https://www.rsi.ch / 1991 Argomenti: la filosofia futura, la scienza e la tecnica, limiti e potenzialità della scienza e della tecnica, il destino della tecnica, la logica scientifica, il paradiso della tecnica, la felicità ipotetica, oltre il dominio del divenire, il divenire del mondo, l'essere e il divenire, essere e divenire, pensieri sul nostro tempo, la storia dell'occidente, il pensiero occidentale, la civiltà occidentale, il tramonto dell'occidente, la modernità, la civiltà della tecnica, il pensiero filosofico scientifico, metafisica, la verità assoluta, essere, nichilismo, morte, destino, la salvezza dell'uomo, l'uomo e la verità, la struttura originaria, eternità di tutti gli essenti, tutto è eterno. Emanuele Severino è stato un filosofo, accademico e compositore italiano. Si laurea all'Università degli Studi di Pavia nel 1950, come alunno dell'Almo Collegio Borromeo, discutendo una tesi su Heidegger e la metafisica, sotto la supervisione di Gustavo Bontadini. L'anno successivo ottiene la libera docenza in Filosofia teoretica. Dal 1954 al 1969 insegna Filosofia teoretica all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. I libri pubblicati in quegli anni entrano in forte conflitto con la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica, suscitando vivaci discussioni all'interno dell'Università Cattolica e nella Congregazione per la dottrina della fede (l'ex Sant'Uffizio). Dopo un lungo e accurato esame (condotto da Cornelio Fabro) la Chiesa proclama ufficialmente nel 1969 l'insanabile opposizione tra il pensiero di Severino e il Cristianesimo. Il filosofo, lasciata l'Università Cattolica, viene chiamato all'Università Ca' Foscari Venezia, dove è stato tra i fondatori della Facoltà di Lettere e Filosofia, nella quale hanno insegnato o insegnano alcuni dei suoi allievi (Umberto Galimberti, Carmelo Vigna, Luigi Ruggiu, Salvatore Natoli, Italo Valent). Dal 1970 è stato professore ordinario di Filosofia teoretica, ha diretto l'Istituto di filosofia fino al 1989 e ha insegnato anche Logica, Storia della filosofia moderna e contemporanea e Sociologia. Nel 2005 l'Università Ca' Foscari Venezia lo ha proclamato Professore emerito; ha poi insegnato Ontologia fondamentale presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano; è stato Accademico dei Lincei e Cavaliere di gran croce e ha collaborato per alcuni decenni con il Corriere della Sera. Severino ha spesso criticato sia il capitalismo sia il comunismo, fonti dell'heideggeriana "vita inautentica" in quanto espressioni di "dominio della tecnica" (come d'altronde il fascismo), ma anche la sinistra in quanto "non è più socialdemocrazia", rilasciando anche dichiarazioni sul suo punto di vista sul passato e sull'avvenire dell'Italia. Severino affronta l'antico problema radicalizzato da Platone e Aristotele e ripreso poi in epoca moderna da Heidegger: il problema dell'essere. Per Severino, tutte le filosofie costituitesi precedentemente sono caratterizzate da un errore di fondo: la fede nel senso greco del divenire. Sin dagli antichi greci, infatti, un ente (ovvero un qualcosa che è) viene considerato come proveniente dal nulla, dotato temporaneamente di esistenza e successivamente ritornante nel nulla. Rifacendosi al pensiero di Parmenide, Severino è stato definito come fondatore di un neoparmenidismo, di cui sarebbe l'unico esponente, peraltro criticato in senso anti-metafisico da Gennaro Sasso e da Mauro Visentin, i quali sostengono, rovesciando la sua tesi, come, contrariamente all'opinione diffusa, in Parmenide esista invece un deciso rifiuto della metafisica. Severino, riflettendo sull'opposizione assoluta tra essere e non-essere, dato che tra i due termini non vi è nulla in comune, ritiene evidente che l'essere non può non rimanere costantemente uguale a se stesso, evitando di rimanere alterato dall'altro da sé. Anzi, essendo l'essere la totalità di ciò che esiste, non può esserci altro al di fuori di esso dotato di esistenza (Severino rifiuta, quindi, il concetto di differenza ontologica così come è stato avanzato da Heidegger). Per Severino, quindi, tutta la storia della filosofia occidentale è basata sull'errata convinzione che l'essere possa diventare un nulla, sebbene alcuni filosofi, come Arthur Schopenhauer, abbiano tentato di negare tale assunto. Severino ritiene che la filosofia abbia sempre cercato riparo contro il terrore che scaturisce dall'imprevedibilità dell'esistenza perché innanzitutto si è sempre creduto nell'evidenza del divenire degli enti, del loro uscire dal nulla e rientrarvi. Anche le grandi forme di epistème come quelle di Aristotele ed Hegel, che tendono a dare un ordine ed una configurazione prestabiliti all'esistenza, si muovono sullo stesso terreno. https://it.wikipedia.org/wiki/Emanuel... http://www.emanueleseverino.it https://emanueleseverino.com

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