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La Storia siamo noi: I manager di Hitler - Albert Speer 7 лет назад


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La Storia siamo noi: I manager di Hitler - Albert Speer

Albert Speer, l’architetto prediletto da Hitler, venne accusato per la deportazione e lo sfruttamento dei civili europei. Figlio e nipote di architetti, Speer era nato a Mannheim nel 1905. Nominato da Hitler nel febbraio del 1942 ministro degli Armamenti, si servì dei prigionieri di guerra anche nell’industria bellica. Durante una riunione del 30 ottobre 1942 affermò che molti operai che si dichiaravano malati erano soltanto dei simulatori: “Non ho nulla da eccepire quando SS e polizia prendono contro costoro misure rigorose e li mandano in un campo di concentramento”. Speer, con quattordici milioni di lavoratori alle proprie dipendenze, divenne il “dittatore dell’economia bellica tedesca” e, nel giro di due anni e mezzo, le forniture di armi e di munizioni si triplicarono. Ascoltato a Norimberga nell’udienza del 19 giugno 1946, centocinquantottesima giornata del processo, riconobbe tuttavia che Hitler aveva tradito il popolo tedesco “gettandolo nell’abisso”. “Conobbi il Fuhrer nel 1934, quando avevo 29 anni – disse al suo avvocato difensore – ed egli si interessò subito a me, alla mia attività di architetto, perché lui era un fanatico di costruzioni, e mi affidò l’incarico di edificare la Nuova Cancelleria di Berlino ed alcuni edifici qui a Norimberga, sull’area destinata ai congressi del partito. Ebbi così un contatto assiduo con lui ed entrai in una cerchia di intimi del Fuhrer, di cui facevano parte altri artisti e suoi collaboratori dello Stato Maggiore. Se Hitler avesse potuto avere degli amici, certamente sarei stato fra quelli a lui più vicini”. Ma poco dopo aggiunse: “Sbaglierei se ora sostenessi che, all’epoca, avevo compreso appieno la malvagità di Hitler. Vedevo il Fuhrer come l’unico uomo capace di tenere unito il popolo tedesco e, per motivi che non so spiegare neppure a me stesso, ero inesorabilmente attirato dalla Cancelleria di Berlino. In realtà ho imparato a disprezzarlo e ad odiarlo dal profondo del cuore solo quando sono stato messo davanti alle prove inoppugnabili presentate qui a Norimberga”.

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