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Artista: Claver Gold (feat. Over) Testo: [Claver Gold] Quando mi tuffo nell'abisso dei tuoi occhi immensi in un mare di ricordi sopra un ghiaccio di silenzi attimi infiniti, note su spartiti persi cantilene insonni in certe notti non riesci a scordarne i versi so cosa pensi quando resti sola in stanza, quando il tempo si divora fino all'ultima speranza e non basta chiudere i tuoi occhi per scappare via come quando da bambina sfruttavi la fantasia la magia, e l'immaginazione ti portava altrove esattamente non so dove, ma potremo rincontrarci li dimmi per chi perdi lacrime risposte e perchè rimani all'angolo, tenendo le tue ali nascoste ferite, sale e giostre, la fuga è senza soste mentre realtà e speranza vanno in direzioni opposte le grida all'altro lato del cemento armato, che rimbombano per casa, ruban l'aria e ti tolgono il fiato dentro è un boato, ma all'interno è calma piatta è sempre inverno dentro pure quando sembra di avercela fatta esce la matta e tocca rimischiare il mazzo, tocca rinunaciare ancora alle attenzioni di un ragazzo noi sul bordo di un palazzo di 50 piani, mani nelle mani dove le vertigini spaventano il domani siam pronti per il per il salto, pronti per il balzo pronti per nuovi tramonti, nuovi giorni blu cobalto nuove posti, mille sguardi noi nascosti fino a tardi fuori come Mickey e Mallory bimba adesso credici e gli altri? Sì, gli altri, ma io ho qualcosa in più, ed ogni volta che sprofondo nei tuoi occhi blu! [Over] Entro nel letto con le prime luci dell'alba, il mio corpo si spalma dentro sembra una salma, l'auto ancora calda qui sotto casa la porta socchiusa tremo e ho brividi sulla nuca non serve un genio per sapere quanti danni una persona che va via può darti, causarti se per calcolarli conti le serate vuote, quante volte hai l'indice sopra le gote. Do colpe a caso come se non ne avessi, faccio luce sul problema e mi abbaglio coi suoi riflessi dall'essere se stessi, al trauma del cambiamento dal peggio che ho procurato, alla sauna che adesso sento e tu? dove sei ora? quanto distante? quanto mi hai insegnato a essere grande? Ancora, quante domande e risposte posso darmi? Dannarmi, se chiudendo gli occhi non ho abbastanza per calmarmi ritorno sopra a sto foglio ogni 10 minuti, intorno al solito scoglio: se decidi poi chiudi io in fondo vorrei solo che ritornasse il calore, sentire l'odore, di riparlarti un paio d'ore ma le memorie s'intrecciano e fiondano sull'asfalto, mentre il cielo si stinge di un blu cobalto di brutto, di altro restano solo rimpianti, accanto fra i pezzi di me che trascino su di un palco, e in più? Nient'altro, la routine fa il più guardo i pensieri che si accoppiano e scoppiano contro un full come lo sguardo di chi sa come finirà sta storia, quando il perso della memoria ti sprofonda come un sub.