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Stress e Disturbi Gastrointestinali: quale relazione? 3 года назад


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Stress e Disturbi Gastrointestinali: quale relazione?

Vogliamo capire meglio quale legame esiste fra stress e disturbi gastrointestinali? come funziona l’asse cervello-intestino? il microbiota è influenzato non solo da ciò che mangiamo ma anche da come viviamo, da quel che proviamo e da come reagiamo? Il prof. Antonio Gasbarrini (direttore del dipartimento di Scienze mediche e Chirurgiche del Policlinico A. Gemelli IRCCS) ci fa da "guida" attraverso tali quesiti e a lui abbiamo chiesto come la "microbiota revolution" potrà aiutare a leggere e gestire in modo diverso alcune patologie gastrointestinali soprattutto in relazione allo stress. Per saperne di più http://www.cemadgemelli.it/ "La forza della microbiota revolution è averci fatto capire che esiste un genoma variabile nel nostro intestino che interagisce con noi fin da piccoli e la cui modulazione avrà conseguenze sulla vita della persona. Ci ha poi fatto capire che le grandi malattie croniche hanno certamente un fattore/predisposizione genetica ma ci ha fatto capire come sono importanti i primi anni di vita per adattarci. Se prendiamo 2 gemelli omozigoti e li separiamo alla nascita potremmo scoprire che a distanza di anni saranno forse identici nei tratti somatici ma completamente diversi nell'affrontare la vita perchè ognuno sarà stato influenzato dalla diversa esperienza, anche nel carattere. L'apparato digerente, che si definisce il secondo cervello, è il cuore delle ns emozioni. Ecco la chiave dell'intestino irritabile (IBS), che transita da una iper sensibilità neuroenterica e una iper attivazione dei sistemi di protezione e risposta e spessissimo attraverso un'alterazione del microbiota..." "Sia che l'alterazione del microbiota sia una conseguenza o una causa dell'intestino irritabile non è a oggi noto, anche se però ci sonio dei modelli di trapianto di microbiota in cui si è visto che i sintomi possono venire o andare via: quindi non c'è dubbio che esistano lì della specie batteriche o dei loro prodotti che potrebbero essere alla base del dolore. Per esempio alcuni probiotici hanno come caratteristica ridurre il dolore del paziente con IBS. E' certo che l'intestino irritabile è una malattia che non dà mortalità ma altera moltissimo la qualità di vita delle persone, in particolare di quelle più "fragili" perchè più sensibili. La caratteristica costante dell'intestino irritabile è l'ipersensibilità della persona che ne è affetta e questo non è un difetto, è un pregio. Bisogna capire, lavorare sulla persona: ricordiamo che inibitori della serotonina, ansiolitici, farmaci anti psicotici andrebbero usati se possibile per periodi limitati. E qui arriviamo alla questione della valutazione anche psicologica delle persone affette da intestino irritabile, con test psicometrici o psicodiagnostici, che permettano di inviduare le problematiche, presenti e passate, lavorando insieme a bravi psicoterapeuti per placare la ipersensibilità intestinale scatenata dalla sofferenza e intervenire sui meccanismi che rendono l'intestino incapace di fare le sue funzioni. Se attivo moltissimo l'infiammazione intestinale perdo, ad esempio, lattasi di superficie e divento intollerante al latte. Se arrivano tante cellule infiammatorie io perdo la capacità di riassorbire i gas prodotti dalla fermentazione batterica, quindi comincio ad accusare meteorismo. Se richiamo tante cellule infiammatorie la motilità spesso si accelera e sviluppo diarrea. Per me, capire l'intestino irritabile è la più grande sfida della GE moderna. In questo periodo di pandemia COVID 19, nella mia regione nel Lazio, vedo molti pazienti che- spaventati dall'accesso negli ospedali non vengono più. Quindi stanno chiusi in casa con 2 tipi di problema: - il primo è che molte personi, le più sensibili e quindi le più predisposte a questo tipo di malattie, hanno paura del COVID in sè, del contagio - il secondo è che molte persone hanno problematiche economiche, dirette o indirette, e se non loro i loro cari e questo genera ansia e questo mi porta a un concetto caro a chi si occupa di microbiota, la resilienza. Ognuno di noi aveva una resilienza per sopportare un periodo di lock down, se torniamo a quel periodo di marzo, non è stato così terribile, perchè all'inizio (si cantava dalle finestre ad esempio) la resilienza c'era. La resilienza ha cominciato a cedere invece con il 2° lock down e adesso che si sta protraendo troppo è diventato molto difficile per ognuno di noi. Quindi le persone più fragili e sensibili stanno cominciando a cedere in questa fase dal punto di vista emotivo, psicologico. Qiesto avrà inevitabilmente ripercussioni su organi legati all'emotività come l'apparato digerente". Il mio timore è che quindi possano aumentare tutte le patologie come la IBS e tutte quelle patologie legate a un'alterazione del sistema immunitario, anche se spero di no. Quindi tutte le malattie autoimmuni e quelle oncologiche, legate a un cattivo controllo immunitario di una cellula oncologica in crescita (...)"

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