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Campionato io ti amo - Stagione 1991/1992 3 года назад


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Campionato io ti amo - Stagione 1991/1992

In seguito al passaggio di Sacchi sulla panchina della nazionale italiana, il Milan fu affidato all'esordiente Fabio Capello, una scommessa del presidente Silvio Berlusconi, e vide l'innesto di pochi rinforzi, tra cui spiccò il rientro dal prestito patavino del promettente Albertini. I concittadini dell'Inter puntarono invece sull'emergente Corrado Orrico, protagonista di una lunga gavetta nella serie cadetta. La Juventus, rimasta scottata dalla breve e deludente gestione Montezemolo-Maifredi, riportò Giampiero Boniperti in società come amministratore delegato e Giovanni Trapattoni in panchina: tra i maggiori volti nuovi nello spogliatoio ci furono il portiere Peruzzi, i difensori Kohler e Carrera e, nel mercato autunnale, il centrocampista Conte. Il primo Napoli post-Maradona si affidò in panchina a Claudio Ranieri, reduce da buone stagioni alla guida del Cagliari e, nel tentativo di mantenersi comunque ai vertici nonostante l'addio del fuoriclasse argentino, rinforzò l'organico con vari mestieranti all'infuori del promettente libero francese Blanc. Colpo di rilievo per la Fiorentina, che portò in viola l'astro nascente argentino Batistuta.[nertessanti anche i movimenti delle provinciali, con gli arrivi di Platt al Bari e Bierhoff all'Ascoli.Destò sorpresa il Foggia di Zdeněk Zeman, tornato in Serie A dopo tredici anni e con un gioco imperniato su uno spiccatamente offensivo 4-3-3. Dopo il ciclo sacchiano che aveva portato numerose vittorie internazionali, il Milan di Berlusconi cominciò a mietere successi in serie anche in Italia. Complice anche la squalifica annuale dalle competizioni confederali comminata ai rossoneri per i fatti di Marsiglia del marzo precedente,oltreché una Sampdoria che si concentrerà più che altro sull'avventura in Coppa dei Campioni che sulla difesa dello scudetto, la squadra di Capello diede avvio, da questa stagione, a un dominio nazionale che si protrarrà pressoché per un lustro. Il torneo iniziò il 1º settembre 1991 e dopo appena due settimane, in occasione della terza giornata, a Torino andò subito in scena un importante scontro diretto tra Juventus e Milan, che si concluse sull'1-1. Le due squadre furono le protagoniste d'inizio stagione, con Inter e Napoli leggermente staccate a inseguire. I bianconeri di Trapattoni, complice il rinvio di una gara dei rivali rossoneri, balzarono in testa alla quinta giornata, ma persero sette giorni dopo la vetta solitaria della classifica a favore del Napoli (vittorioso 4-1 ad Ascoli Piceno), a sua volta rimontato e superato successivamente dal Milan; la squadra, guidata dal bomber olandese Marco van Basten superò a San Siro gli stessi azzurri per 5-0 il 5 gennaio 1992, escludendoli dalla lotta scudetto, che si ridusse poi a due sole squadre a causa del calo nerazzurro nel girone di ritorno. I rossoneri vinsero il titolo d'inverno il 12 gennaio e chiusero, la domenica dopo, il girone di andata con tre punti più della Juventus, collezionando nella prima parte del torneo 29 punti su 34 disponibili, un record che sarebbe stato migliorato (31 punti su 34) ancora dal Milan l'anno seguente. I rossoneri allungarono ulteriormente all'inizio del girone di ritorno fino a presentarsi allo scontro diretto, il 9 febbraio, con 5 punti di vantaggio. L'1-1 finale lasciò il distacco invariato, permettendo loro di gestire tranquillamente il vantaggio alternando vittorie a San Siro e pareggi in trasferta. Le già deboli speranze di rimonta dei bianconeri vennero stroncate alla ventisettesima giornata (il 5 aprile) con la sconfitta nel derby, mentre il Milan travolse per 5-1 la Sampdoria per un ideale passaggio di consegne. Lo scudetto ormai era solo questione di tempo e la matematica certezza arrivò al San Paolo di Napoli con due giornate d'anticipo, il 10 maggio. Il Milan vinse il campionato rimanendo imbattuto, prima squadra a riuscirvi dall'istituzione della Serie A a girone unico nell'edizione 1929-1930: per ritrovare una vincitrice della massima serie italiana imbattuta bisogna infatti tornare indietro alla Prima Divisione 1922-1923 vinta dal Genoa. Soltanto il Perugia, nella stagione 1978-1979, era riuscito a chiudere un campionato da imbattuta nell'era del girone unico in Serie A, finendo però al secondo posto proprio dietro ai rossoneri. Per gli uomini di Capello fu il dodicesimo scudetto, primo di una lunga serie negli anni novanta. Oltre alla conferma del Parma, fece bene il neopromosso Foggia dell'allenatore Zdeněk Zeman, che chiuse al nono posto grazie a un gioco altamente spettacolare. In zona UEFA un calendario favorevole aiutò la rincorsa della Roma, mentre rimasero escluse la Sampdoria campione uscente e, dopo sedici anni, un'Inter in crisi. Con diverse giornate di anticipo sulla fine del torneo retrocessero il Bari dopo tre anni in massima serie, il Verona, la Cremonese e l'Ascoli, quest'ultimo dopo un solo anno di permanenza in Serie A.

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