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Monte Sole, il ricordo di monsignor Luciano Gherardi

12PORTE - 19 settembre 2024. A 25 anni dalla morte di monsignor Luciano Gherardi, domenica scorsa, si è tenuto un momento di ricordo al cimitero di Casaglia dove è seppellito. Poco prima della Messa che ha concluso il pellegrinaggio diocesano a San Martino di Caprara monsignor Stefano Ottani, Vicario Generale per la Sinodalità, ha guidato un momento di preghiera e ha deposto un omaggio floreale sulle tombe di don Giuseppe Dossetti e di monsignor Luciano Gherardi, autore de “Le querce di Monte Sole” e suo predecessore come Parroco dei Santi Bartolomeo e Gaetano. «Quest’anno – ha detto monsignor Ottani - ricorre il venticinquesimo anniversario della morte di don Luciano, il 20 settembre 1999. E questa coincidenza, anche temporale, penso non sia casuale, in qualche modo esprime la vicinanza spirituale di don Luciano e dei martiri di Monte Sole. Ricordiamo che alcuni dei sacerdoti qui uccisi erano suoi compagni di classe e già durante il seminario, in quella che avevano chiamato la “Repubblica degli Illusi”, avevano stretto un grande patto fra di loro che li ha sostenuti anche in questi periodi tragici culminati in queste stragi. Continuato poi nella testimonianza quotidiana dei loro compagni di classe, di don Luciano e certo anche di don Giuseppe Dossetti, che ha avuto un'altra vicenda, ma accomunato in questo desiderio di fare della Chiesa davvero questa sentinella per potere anzitutto testimoniare, ma anche guidare, l'umanità sulla via della pace, contro ogni ingiustizia, contro ogni violenza». Alla cerimonia erano presenti anche i Fratelli e le Sorelle del Piccola Famiglia dell’Annunziata e alcuni membri di Pax Christi che in mattinata erano partiti da Vado per un cammino a piedi che ha toccato alcuni luoghi degli eccidi nel ricordo dell’ottantesimo anniversario della strage di Monte Sole. «La risalita a Monte Sole - ha proseguito monsignor Ottani - ha segnato anche una nuova presa di consapevolezza e, anche quest’anno, sono convinto che sia attualissimo questo ricordo, come ci dice Papa Francesco: alla memoria si trasmette non tanto cronologicamente, ma “sincronologicamente”, cioè: rendendoci consapevoli che queste dinamiche che hanno portato a questi orrori, purtroppo sono ancora in atto vicino a noi, e lo stesso impegno che mettiamo nel ricordare perché non succedano più, dobbiamo metterlo perché si fermi ogni violenza, ogni guerra, ogni ingiustizia».