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Perdonare gli altri: perché dovresti liberarti dall'odio e dal rancore

Perdonare gli altri conviene più a noi che agli altri. Liberarti dall'odio e dal rancore ti permetterà di liberarti anche dalla fatica che odio e rancore richiedono. L’unico modo per perdonare un torto è quindi cercare di comprenderlo, provando a mettersi nei panni di chi l’ha compiuto. Ma perché perdonare gli altri? Perché aggrapparsi all’odio finirà per rovinare la tua vita ed è un prezzo troppo alto da pagare. Spesso quello che ci trattiene dal perdonare è l’idea che sia da deboli, in realtà è l’opposto: serve essere forti per decidere di perdonare, di smetterla di lavorare per distruggere e iniziare invece a lavorare per costruire qualcosa di diverso. Ecco che in fin dei conti il perdono riguarda proprio te, non riguarda tanto il tuo carnefice. Se non lo perdoni continui a tenerlo nella tua vita. Se perdoni l’altro, invece, te ne liberi. LINK UTILI: Nel mio libro "L'era del cuore" potrai comprendere come sfruttare a tuo vantaggio le emozioni per cambiare quello che per te nella tua vita non funziona. Compra ora la tua copia a questo link: https://amzn.to/2U89yMm Iscriviti qui al mio video corso gratuito sulla crescita personale: https://www.psicologo-milano.it/newsl... #perdonare #odio #crescitapersonale #psicologia --- "Due prigionieri di guerra anni dopo essere stati liberati si incontrano di nuovo per caso. Uno chiese all'altro: "Alla fine hai perdonato i tuoi carcerieri?". "No, mai!" urlò l'altro. Beh, allora ti tengono ancora in prigione. La morale della storia? Beh, se noi restiamo legati alla rabbia e all'odio che abbiamo provato nel passato, altro non facciamo che tenerlo ancora vivo nel presente. Il che inevitabilmente ci porta a vivere maggiori stress impedendoci di dedicarci alla nostra vita. Eckhart Tolle, scrittore tedesco, che ti consiglio, ha detto una cosa che credo possa aiutare molto chi si trova imprigionato nei rancori subiti: "Se il loro passato, fosse il tuo passato. Se il loro dolore fosse il tuo dolore. Se il loro livello di consapevolezza fosse il tuo livello di consapevolezza. Allora tu penseresti reagiresti esattamente come fanno loro". La visione di Tolle ci può aiutare a guardare la questione da un punto di vista spesso dimenticato. Pensa al tuo ex che ti ha tradito, oppure pensa a tuo padre che non c'è stato, oppure estremizzando pensa addirittura ai terroristi. Ecco, poi ripensiamo alla frase di Tolle. Chiediamoci: se io fossi cresciuto in quel contesto, se avessi ricevuto quella sua stessa educazione, se avessi vissuto la loro stessa storia, se avessi avuto i loro stessi valori, se avessi incontrato le stesse difficoltà. Cioè, se io avessi avuto i loro stessi pensieri di emozioni così forti come li hanno avuti loro, sarei esattamente sicuro che non avrei fatto le stesse identiche cose? Ora, magari no, chi è che può dirlo, e magari invece sì, oppure guarda forse avresti potuto fare anche di peggio, chissà. Il punto è che quando noi scaviamo nella tridimensionalità di quella situazione e della psicologia di quella persona, allora entriamo in empatia con chi ha commesso il torto, riusciamo meglio a metterci nei suoi panni, a sviluppare maggiore compassione, a comprendere meglio le sue ragioni. Aggrapparti all'odio che provi nei loro confronti così come accade al secondo prigioniero della storiella iniziale, non farà cambiare in meglio la tua vita, o la vita dei carnefici. Il che chiaramente non significa che tu debba essere morbido rispetto agli illeciti compiuti, o che non ci debba essere una punizione o una legge che sanziona chi ha sbagliato. Non significa cioè continuare a stare una relazione tossica perché in fin dei conti lui per via della storia che ha vissuto non poteva fare altro nei miei confronti se non quello. Non dobbiamo cioè lavorare per deresponsabilizzare chi ha compiuto un brutto gesto, ma dobbiamo lavorare per cercare di comprenderlo, per capire che cosa lo ha spinto a farlo, perché questa è l'unica via - io credo per riuscire a perdonare l'altro o quantomeno per iniziare a perdonarlo un po' rispetto a tutto quello che ha fatto. Infatti, se tu riesci a perdonarlo anche solo per un pezzettino, fai defluire dall'interno del tuo corpo un pezzettino di veleno che altrimenti poi finirà per fare del male principalmente a te. Spesso quello che ci tiene aggrappati al rancore è l'idea che perdonare sia un qualche cosa tipico dei deboli, delle persone fragili, in realtà io credo che sia vero proprio l'opposto: serve cioè essere forti ed essere saggi per decidere di perdonare, per decidere di smetterla di lavorare per distruggere e iniziare invece a lavorare per costruire qualcosa di diverso. Ecco che in fin dei conti il perdono riguarda proprio te, non riguarda tanto il tuo carnefice. Se perdoni il carceriere infatti potresti allora finalmente liberati della sua presenza. Se, invece, non lo perdoni allora continui a tenerlo lì di fianco a te con le sue chiavi della tua cella tra le mani. "

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