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Il giornalista e il videomaker: perché scegliere il primo nella comunicazione di enti e aziende

Faccio il giornalista e sento di farlo anche per enti e aziende che mi chiedono di fare dei video per raccontare progetti e iniziative. Per tipi di pubblico diversi da quelli di un medium e perfino su piattaforme differenti da un medium. Un giornalista, quando viene preso per creare un video per conto di un committente che non é un’azienda editoriale, mette nella produzione i suoi principi deontologici cercando di raccontare in modo il più possibile obiettivo quello che gli viene chiesto di raccontare. Viene preso per fare quello, per avere il coraggio di mettere in un video non solo quello che piattamente il committente gli dice di mettere, ma anche la sua interpretazione onesta della realtà. Anche dicendo: “Caro committente questo non lo metto, perché non è corretto verso il tuo pubblico”. Mi è capitato in un grande progetto in questo periodo: ho sentito un’assoluta libertà nel creare il video che mi hanno chiesto. Comunque con le aziende posso testimoniare di non essere mai stato condizionato nel modo di sviluppare una narrazione dentro un video. In un giornale si… mi hanno chiesto di non fare una cosa, di non pubblicare una cosa… Il resto della mia riflessione è dentro il video… il giornalista ha un futuro solo se cambia.